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Immagine del redattorePasquale Buonpane

Appunti di floristica: Rhinanthus ovifugus Chabert.


 


Poter aggiungere una nuova specie alla flora del Matese è sempre motivo di grande soddisfazione. Sebbene il massiccio sia considerato un importante scrigno di biodiversità, il fatto che si rinvengano con una certa frequenza specie mai segnalate in precedenza testimonia che siamo ancora lontani da una conoscenza completa e definitiva delle innumerevoli forme di vita che lo abitano. Ho rinvenuto per la prima volta Rhinanthus ovifugus Chabert (Orobanchaceae) il 22 luglio del 2018 durante un'escursione sul versante orientale del Monte Mutria a circa 1800 m di quota. Le piante crescono su territorio molisano, a poca distanza dal confine tra Molise e Campania. In quest'ultima regione la specie non è mai stata segnalata e ad oggi la stazione del Mutria è ancora la sola conosciuta per il Matese. Si tratta di una specie piuttosto rara sull'Appennino: lungo la dorsale è presente solo in Liguria, Toscana e Molise. Si rinviene inoltre sulle Alpi occidentali limitatamente alle regioni Piemonte, Lombardia e Valle d'Aosta. Il nome fa riferimento al fatto che le piante non vengono mangiate dagli ovini (ovifugus = che allontana le pecore, dal latino ovis= pecora e fugo= scacciare, respingere), come molte Orobanchaceae infatti la specie contiene sostanze tossiche che la rendono poco appetibile per gli animali.



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