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Campo Figliolo

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Un luogo che trasuda storia

Campo Figliolo è un ampio pianoro carsico, lungo poco meno di due km, posto sul confine tra i comuni di Gallo Matese e Letino. Si tratta di uno dei luoghi più isolati del Matese ricco di sorgenti e circondato per gran parte della sua lunghezza da fitte faggete. Per l'abbondanza di acqua, fin dai tempi antichi, ha avuto un ruolo importantissimo per i pastori della zona per i quali costituiva anche un crocevia lungo i percorsi della transumanza, un valico che metteva in comunicazione la piana del Volturno e i pascoli del versante occidentale del Matese con Roccamandolfi e la piana di Bojano. Nel settore più meridionale del campo sono ancora visibili i resti dell'antico tratturo. Sappiamo poco sulle origini del nome, di certo era in uso già nell'alto medioevo come testimonia una pergamena, datata 9 maggio 964, relativa ai confini della contea di Isernia e conservata nell'archivio vescovile della stessa città in cui il luogo viene citato come "serra de Campofolioli". Il luogo fu certamente frequentato già in epoca preromana, fu inoltre teatro di scontri durante i moti insurrezionali dei briganti che proprio qui sconfissero una compagnia di bersaglieri (si veda Campofigliolo e l'Acqua dei Palombi di D. Palumbo, 2014).

L'elemento acqua

Quasi al centro del campo si incontra un piccolo fontanile seguito, poco più a nord, dalle sorgenti di Capo D'Acqua. Qui l'acqua fuoriesce fragorosamente dal terreno e dalle rocce originando un torrente denominato Rivo Torto che, con continui cambi di direzione, attraversa buona parte del campo dando vita nella porzione più meridionale ad un ampio specchio d'acqua. Nel corso dell'anno, in base alla portata delle sorgenti, le dimensioni dello specchio variano notevolmente: raggiungono il massimo in primavera con lo scioglimento della neve mentre in piena estate lo stagno può asciugarsi quasi del tutto. In una piccola radura nella faggeta sulle propaggini settentrionali del campo è posta un'ulteriore sorgente nota come "Acqua dei Palombi". Tutta questa abbondanza d'acqua oltre a dissetare gli animali da pascolo ha una notevole importanza per la biodiversità. Sulle sponde o nell'area allagata si incontrano diverse specie vegetali tipiche delle aree umide come Ranunculus trichophyllus, R. repens e Veronica beccabunga. In primavera lo stagno funge da sito di riproduzione per diverse specie di anfibi, tra questi il rospo comune (Bufo bufo), la rana appenninica (Rana italica) e la raganella (Hyla intermedia) e per numerose specie di libellule (Libellula depressa, Sympetrum striolatum, Enallagma cyathigerum, Ischnura pumilio); rappresenta inoltre un'importante area di sosta per uccelli acquatici come il piro piro boschereccio (Tringa glareola) e l'alzavola (Anas crecca). L'area è frequentata da diverse specie di rapaci: comunissime le poiane (Buteo buteo) ma con un po' di fortuna è possibile osservare anche il biancone (Circaetus gallicus) e l'aquila reale (Aquila chrysaetos). Subito dopo il disgelo nelle fitte faggete sul fianco orientale del campo si può osservare la fioritura di Eranthis hyemalis, specie poco comune sul Matese mentre su quello orientale, più brullo ed esposto, si trova un'ampia distesa di asfodelo montano (Asphodelus macrocarpus). Sulle rive del torrente è presente una stazione di Jacobaea samnitum, scoperta solo nel 2021 e ad oggi l'unica conosciuta in Campania. Nella bella stagione nei prati di Campo Figliolo volano numerose specie di lepidotteri, tra questi degni di nota Parnassius mnemosyne e Euphydryas provincialis, due specie elencate negli allegati della Direttiva Habitat.

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Parnassius mnemosyne ed Euphydryas provincialis: due specie inserite negli allegati della Direttiva Habitat fotografate a Campo Figliolo.

Lo stagno funge da sito di riproduzione per diverse specie di libellule:

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Alcune delle specie più rappresentative della flora di Campo Figliolo

L'Acqua dei Palombi (L'Acqua d ri Palumm) 

Questa nota sorgente è stata nei secoli un punto di incontro tra i tre paesi di Gallo, Letino e Roccamandolfi: l'utilizzo dell'acqua per abbeverare greggi ed armenti è stato sempre libero indipendentemente dal paese di origine. La fontana attuale si trova su territorio di Gallo Matese e fu realizzata nel 1914 da Angelo Palumbo detto Mentfinia, nato nel 1871. E' composta da 9 vasche scolpite in enormi blocchi di pietra. Di queste 8 hanno forma rettangolare mentre una, la più grande, posta al centro della serie, ha forma quadrata. Si tratta di un piccolo capolavoro di idraulica: l'acqua passa da una vasca all'altra senza mai tracimare, divenendo più calda man mano che avanza. Il nome della sorgente è antecedente alla costruzione della fontana e deriva probabilmente dal cognome della famiglia Palumbo che aveva possedimenti a Campo Figliolo.

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I sentieri

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dal lago di Gallo Matese (8,7 km)

E' il celebre percorso conosciuto come "Sentiero delle Fate" sebbene si tratti di un toponimo introdotto in tempi recenti. Dalla fontana del Colle (844 m), sulla sponda settentrionale del lago di Gallo Matese si procede verso la località "Peschéta", un'area boscosa inframezzata da enormi macigni (da peschio = roccia, masso) frutto di una frana avvenuta nella notte di capodanno del 1899. Il percorso procede nel bosco senza grossi dislivelli tra suggestivi muretti a secco ricoperti di muschio. All'uscita dal bosco inizia la vera salita, qui il sentiero è caratterizzato da frequenti tornanti e cambi di direzione (Votarélle) la fatica è però ripagata dalla magnifica vista, che diventa sempre più suggestiva man mano che si sale, del lago di Gallo, bacino artificiale realizzato tra il 1961 e il 1966. Si giunge quindi al punto con maggiore elevazione, il valico delle Zeppetèlle (roccette, 1219 m) dal quale dopo un breve tratto in discesa si raggiunge Campo Figliolo. Attraversato il campo per tutta la sua lunghezza, dopo un breve tratto in salita nella faggeta si raggiunge la sorgente Acqua dei Palombi.

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